Un inglese a Perugia

C’è qualcosa da imparare a Perugia? Troppo facile suggerire un altro aspetto della vita perugina che mi fa ridere. O che non si vedrebbe mai così da noi nel nord. Ho scelto di passare un po’ di tempo a Perugia per uscire dalla mia “zona di conforto” e provare a imparare. E allora…

Il contatto fisico tra umani. Mettere la mano sulla spalla o dare quel piccolo abbraccio. Pare totalmente naturale, dà piacere, crea dei legami e non si fa abbastanza tra inglesi. Ho già cominciato nei miei viaggi di ritorno ad attuare la mia nuova strategia: il “toccare”. Non è priva di rischi nella mia terra settentrionale ma fin qui tutto bene.

La ricerca della perfezione. La coppia di pensionati che si dedicano al restauro di una
chiesa sconsacrata in rovina, trasformata in casa; la qualità dei lavori effettuati, l’orgoglio del risultato. E poi il pittore che considera normale dedicare dieci anni della sua vita allo studio dell’ombra, per poi dipingerla da tutte le angolazioni. L’insegnante di taglio e cucito che respinge ripetutamente il lavoro dell’allievo per non aver raggiunto il giusto livello. Santo cielo, questi perugini sanno cos’è il minimo necessario.

Il tocco personale. Quando funziona, in un bar, in un ristorante, in un museo, l’ospite si sente a casa. Proveniente da un paese dominato dalla presenza di catene di negozi e ristoranti, prendo atto del piccolo piacere di mettermi nelle mani di una famiglia o di un esperto che sa fare, che vuole offrire qualcosa di unico che proviene dalla storia della famiglia o del territorio e che non si trova da nessun’altra parte. Una caratteristica che rimane molto promettente per un futuro in cui tutti cercheremo una fuga dalla presenza costante di Amazon e delle auto senza conducente.

Chilometro zero. Mangiare prodotti del territorio e di stagione. Non cercare pomodori
freschi in Dicembre, in Umbria. Usare la passata di pomodoro o adattare le proprie abitudini alimentari per poter seguire le stagioni. Ci sono tante altre verdure fresche che arrivano ogni mese dai campi. Sì, è anche vero che gli umbri dovranno ridurre il loro consumo di carne ma non abbiamo ancora parlato di tutte le varietà di zuppa di lenticchie nei ristoranti perugini.

Un senso di identità storica e geografica. Benché non ottimale per la creazione e l’unificazione dell’Italia, che cambiamento rinfrescante, se paragonato alla vasta zona impersonale attorno a Londra, incontrare gente con una conoscenza della storia del proprio territorio. “Sono di Trevi, mica folignate”, mi ha confidato un autista di autobus a Trevi. E se volete sapere cosa hanno fatto gli Etruschi o gli Umbri o i Romani in questo territorio è molto più facile trovare qualcuno qui che a Londra o nelle Home Counties attorno a Londra.

La famiglia estesa. Lungo Corso Vannucci, per fare una passeggiata e all’interno dei
ristoranti. Una miscela ammirevole di genitori, bambini, ragazzi, cani, abili e disabili,
giovani e anziani. Senza dubbio ci sono storie complesse dietro le quinte ma, senza fare
altre domande, la volontà e la capacità della famiglia di essere unita, tutti insieme, è qualcosa da ammirare.

Potrei andare avanti ma il punto è già chiaro. C’è tanto da imparare a Perugia e in
Umbria. Che posto fantastico per trascorrere del tempo. La questione che rimane è questa: quanto posso portare a casa con me?

Parry

Vive a Perugia, nato in Germania