Ninfa

Come me, l’acqua sta sempre cambiando, imprevedibile e piena di contraddizioni. Mi piace sentirmi potente, forte e avventurosa, qualità che il mare aperto mi suggerisce. D’altro canto, nei miei momenti migliori, la mia mente è calma, chiara e fiduciosa, solidale con gli altri come l’acqua turchese e tranquilla, come un mare tropicale vicino alla riva.

Quando ero bambina la mia famiglia andava in vacanza al mare ogni anno. In agosto si verificavano temporali che si accumulavano e acceleravano sul mare prima di abbattersi sulla costa. Ero terrorizzata dalla potenza del mare in tempesta. Quando le nuvole nere si erano dissolte e le onde erano più basse i miei genitori mi portavano spesso in braccio attraverso le onde che si infrangevano fino al punto in cui le onde lunghe si alzavano e si abbassavano lentamente e dolcemente in un ritmo ipnotizzante. Non riuscivo a vedere il fondo scuro perché l’acqua era profonda e avevo paura. Dopo infiniti incoraggiamenti i miei genitori mi convinsero ad abbandonare la mia presa mortale sul loro collo e a provare a nuotare per un paio di metri. Mi insegnarono ad avere fiducia in me stessa, sostenuta dal mare salato. Mi incoraggiarono a rilassarmi e a restare calma così da poter galleggiare sulla schiena da sola. Finalmente, come aveva fatto prima il mare, potei trasformarmi da frenetica a calma.

Per me il mare è anche simbolo d’eternità. In esso mi sento parte di un continuum di nuotatori e di umanità. Da adolescente mi immaginavo spesso come una Nereide (una ninfa del mare) perché nuotavo con una squadra di nuoto sincronizzato che portava lo stesso nome, “Nereidi”. Imparai a conoscere e ad apprezzare non solo la loro grazia dai miti ma anche la loro generosità verso l’umanità.

Quando i miei nipoti avevano pochi anni ho condiviso con loro il mio amore per l’acqua sostenendoli dolcemente tra le onde dolci o nella piscina finché non hanno avuto abbastanza sicurezza di rilassarsi, galleggiare e credere in se stessi nell’acqua.

Di recente mi sono meravigliata della mia nipote più grande che si chiama Beatrice, un nome appropriato per una ragazza così bella. Lei è anche una nuotatrice agonista straordinaria. La settimana scorsa, l’ ho intravista calmarsi con lunghi respiri lenti dietro i blocchi di partenza prima della gara. Un attimo dopo su quegli stessi blocchi il suo corpo è diventato improvvisamente teso. Mi è sembrato che la sua espressione facciale fosse cambiata completamente. Pensavo che in questo momento “Bea” fosse l’immagine della concentrazione perfetta. Era calma e pronta a srotolarsi e a tuffarsi con potenza nell’acqua. Con una velocità esplosiva si è tuffata. Ha nuotato furiosamente lasciando dietro di sé una scia d’acqua bianca e turbolenta prima di schiantarsi contro il muro. Il tabellone elettronico segnapunti ha mostrato che aveva vinto il bronzo. Come sempre si è congratulata con le altre concorrenti accanto a lei e gli ha regalato un grande sorriso. Che brava!

Ci sono quattro elementi possibili da considerare come una rappresentazione di lei: aria, terra, acqua, e fuoco. Ce n’è uno che spicca. Senza dubbio l’acqua la rappresenta di più. Deve essere qualcosa nel DNA.

Elizabeth

Nata negli Stati Uniti
Vive a Orinda