Il Paese delle meraviglie

Alcuni giorni fa stavo leggendo un articolo sul cinema nel quale si parlava che noi, i messicani, non siamo capaci di vedere la realtà che sta di fronte a noi. Questo mi ha fatto ricordare una conversazione nella quale una professoressa diceva che quando andò in Europa le avevano chiesto se era vera la situazione riportata dallo scrittore Roberto Bolaño nel romanzo 2666. Nel libro si legge sulla situazione delle ragazze uccise a Ciudad Juárez, perché agli accademici europei tutto sembrava pura immaginazione.

Altro esempio è stato quando i giornalisti del Guardian hanno tacciato il film messicano Heli, del 2013, di “sensazionalismo”. I primi minuti mostrano una scena dove in pieno giorno diversi uomini vengono impiccati sotto un ponte. In questi casi la finzione non ingigantisce la realtà perché purtroppo scene come queste succedono quotidianamente in Messico. È difficile parlarne ma dobbiamo farlo, alcuni scrittori stranieri come Arturo Pérez Reverte con “La regina del Sud” e Roberto Saviano con “Zero, Zero, Zero” hanno scritto sul tema del narcotraffico nel mio Paese. L’undici dicembre del duemilasei, la data che segna l’inizio della “Guerra contro il narco” del presidente Felipe Calderón Hinojosa e questa situazione, hanno fatto crescere la violenza negli ultimi sedici anni.

La violenza non esiste solamente nel narco, c’è ogni giorno sulle strade e sembra normale vivere in una situazione dove dobbiamo essere attenti in qualsiasi momento, nel centro della città e in casa. Il rapporto che ho con il mio paese è complicato spiegarlo, siamo stanchi della situazione attuale ma se aspettiamo un cambiamento senza fare niente sarà difficile che il governo possa farlo perché non ha la capacità per dare sicurezza alla gente.

Dobbiamo vedere i problemi e gridare, vietare il silenzio. Avrei potuto scrivere sul cibo, le tradizioni antiche, gli ecosistemi belli però mi sembra importante scrivere della realtà che viviamo anche nei paradisi turistici come Cancún e Los Cabos perché anche lì si ruba, si ammazza. La violenza c’è nelle frontiere del Nord e del Sud, da Tijuana a Mérida, i messicani devono sopravvivere, lavorare, guadagnare ed essere felici nella realtà di questo Paese delle meraviglie dove non vince mai la giustizia…

Gibrán

Nato in Messico
Vive a Zacatecas