Atmosfera

Chiunque, come me, fosse giovane negli anni ’70 dello secolo scorso aveva tutte le possibilità di sognare. Quando sei andato a studiare in quel periodo, hai scelto una facoltà senza chiederti se avresti potuto guadagnare soldi in seguito. Musicologia, archeologia, tutto sembrava possibile. Sì, tutto era possibile, ma io avevo scelto giurisprudenza.

Non che non ci fosse povertà: di solito molti giorni prima della fine del mese, purtroppo, si intravedeva la fine dei soldi. Si facevano delle telefonate in una cabina telefonica pubblica; e si ascoltava la musica tramite una radio a transistor.
Ma proprio per questo ci mancava lo stress come lo vivono oggi i giovani.

Che sogni avevamo allora?

Si sono svolte ampie discussioni su questo argomento in varie compagnie. Membri delle associazioni studentesche tradizionali e giovani alternativi quasi artistici entrarono in dibattiti sulle condizioni per una società in cui tutti fossero completamente liberi, dove tutti si assumessero volontariamente le necessarie responsabilità.

Nelle elezioni municipali della mia città di studio, a Leida, il partito degli “gnomi” che aveva come obiettivo questa libertà, vinse un seggio nel Consiglio.

C’ero anche io a distribuire dei volantini per loro. Dopotutto la mia ricerca di un ambiente migliore si sarebbe potuto concretizzare in questo obiettivo.

Una volta laureata, non potevo immaginare che sarei subito entrata nella “fredda” società. Per fortuna, il mio professore era così gentile da raccomandarmi a un collega, così ho potuto fare un master in più a Nizza (purché volessi scrivere io stessa la lettera in francese).

Infine è arrivato il momento di cercare un lavoro. Il Ministero dell’Ambiente era in cerca di un giurista per occuparsi dei problemi dell’inquinamento atmosferico. Sembrava una buona soluzione per me, quindi ho scritto una lettera e sono stata invitata a un colloquio. Dopo la conversazione, nel corridoio mi si è avvicinato qualcuno che avevo conosciuto a una conferenza. Si è rivelato essere capo di un nuovo dipartimento nel Ministero, il cui primo compito era quello di elaborare una legge sulla partecipazione e il ricorso alle decisioni ambientali. Era proprio questo l’argomento sul quale avevo letto il rapporto di un commissione al governo. Era molto più interessante dell’inquinamento atmosferico. E così è stato che il mio primo lavoro è diventato il lavoro dei miei sogni.

Ora il Parlamento ha approvato una nuova legge, che sostituirà la mia legge ormai obsoleta.

Il testo della nuova legge è stato scritto da un giovane; sono io che ho avuto l’opportunità di formarlo.

Anneke

Nata in Indonesia
Vive a Den Haag