Acqua, guerra e pace

Quel giorno faceva caldo ed erano le due del pomeriggio, quindi dovevamo dormire tutti al dormitorio, quelle erano le regole, però io non riuscivo a dormire e ho deciso di uscire di nascosto e di andare in spiaggia.

Ho cercato di allontanarmi dal campo per trovare un posto sicuro e tranquillo. Mentre mi dirigevo verso gli alberi, ho notato una piccola spiaggia praticamente nascosta, protetta dagli alberi. Ho visto una persona che nuotava attraversando la corrente dell’acqua così facilmente, e mi sono reso conto di fissarla senza accorgermene. Non so perché, ma quando qualcuno ti guarda, riesci sempre a percepire il suo sguardo. Lui mi ha notato e mi ha chiesto cosa stessi facendo lì, gli ho detto che non riuscivo a dormire.

Così, entro nell’acqua e nuoto direttamente verso di lui. Poi mi dice che non potevo rimanere qui, però facciamo una gara, mi disse e vediamo chi arriverà prima alla spiaggia, se fossi arrivato prima io, potevo restare, altrimenti dovevo tornare al dormitorio. A mia sorpresa, sono arrivato prima, però entrambi sapevamo che aveva finto per lasciarmi vincere. Usciti dall’acqua, ci siamo nascosti sotto un albero per sfuggire al sole. Resteremo lì per un po’ senza dire niente ognuno di noi con i suoi pensieri.

Tra poco inizieremo a parlare di cose generali, ho raccontato a lui che era il mio terzo giorno al campo e che sono qui per la terza volta consecutiva, per tre anni di fila. Invece, lui mi dice che era il suo primo lavoro come istruttore, è venuto qui dopo il suo primo anno all’università per l’estate. Poi lui prende il suo libro e mi dice che è ora di dormire, rispettando le regole, sorridendo. Guardo il libro che sta leggendo e vedo che era “Guerra e Pace” di Tolstoy.

Non so quanto abbia dormito, ma sento che lui mi dice, “ Ehi, amico, dobbiamo sbrigarci e tornare al campo prima che tutti si sveglino”.

Il giorno dopo, ci torno e vedo che sta per entrare in acqua. Mi chiede cosa ci faccio lì di nuovo, sorridendo. Poi mi ha chiesto se volesse nuotare più lontano. Mentre nuotavamo, vedo diversi pesci e creature marine sotto di noi e mi rendo conto che mi affascinano molto. Sembrano così tranquilli, non litigano, non sono di fretta e si muovono con la corrente, in sintonia con la natura. Sembra quasi che abbiano scoperto il segreto della vita.

Tornati sotto l’albero, mi ha chiesto se avevo fame, offrendomi una mela con un panino al pollo. Mentre mangiavamo, ho chiesto se studiasse letteratura, notando il libro di Tolstoy. Mi ha spiegato che avrebbe voluto, ma suo padre non glielo permetteva, quindi aveva scelto economia. Abbiamo parlato della sua vita da studente, dei libri che amava leggere e del suo desiderio di diventare scrittore o professore di letteratura.

Gli ho chiesto perché lo ami il libro di Tolstoy, e lui mi ha risposto che “Andrey, il protagonista, mi ispira molto, e a volte mi sento come lui perché anche io ho una guerra dentro di me e sto cercando la luce. La luce che tutti noi abbiamo, ma non tutti riusciamo a credere nella sua esistenza. Una luce che porta pace, soprattutto con noi stessi.”

È vero che ogni stagione ha il suo carattere e un effetto speciale su di noi, ma a volte succede che non sia tanto il tempo o il carattere della stagione a influenzarci, quanto le persone che incontriamo o le esperienze che viviamo in quella specifica stagione. A volte succede così che l’odore dei fiori dell’estate o della primavera può portare a vecchi ricordi.

Anche per me è stato così, con bei ricordi del passato quando penso alle stagioni, specialmente all’estate nel Mar Caspio.

La nostra amicizia con lui non è durata a lungo, non l’ho più rivisto dopo il campo. Ma le emozioni, le conversazioni che abbiamo avuto e i nostri sogni che abbiamo condiviso saranno sempre per me associati all’estate nel Mar Caspio. Lui diceva sempre che saremmo diventati astronauti, era una metafora per dire che avremmo ottenuto tutto ciò che volevamo.

Nuradin

Nato in Kazakistan
Vive a Sydney