Il tempo e le sue stagioni s’intrecciano con la nostra vita in un mosaico di esperienze e di emozioni. Ogni stagione porta in sé un suo incanto, un suo ritmo e un suo impatto sulla nostra esistenza, ispirando poeti e compositori per le loro opere mirabili.
Con l’arrivo della primavera, il mondo, dopo le notti lunghe di buio e di gelo, si risveglia in un’esplosione di colori e di suoni. “Here comes the sun”, cantavano i Beatles, “…it’s been a long, cold, lonely winter…” Ricordo che, da bambina in terza elementare, ho descritto in un saggio scolastico la mia speranza e la mia gioia di vedere sbocciare i fiori, sentire i canti degli uccelli e giocare lieta sotto il sole con gli altri bambini. Molti anni fa la primavera è diventata l’inizio di una nuova vita con il nostro matrimonio e successivamente la nascita di due “bambine primaverili”. Oggi, sono grata per la mia salute e spero in un periodo di stabilità personale, nuove opportunità e momenti di contatti umani.
L’estate evoca un senso di calore e di libertà con le giornate più lunghe e le temperature più alte che ci invitano al piacere di stare all’aria aperta e di godere della natura. Da bambina, insieme ai miei compagni di gioco, mi divertivo a dondolare sulle barche attaccate alle sponde del fiume. Anni dopo, con le nostre piccole figlie facevamo spesso picnic sulle rive del Danubio durante i fine settimana. La canzone “Summertime” di George Gershwin mi viene in mente perché dimostra benissimo il divertimento e l’atmosfera rilassata di questa stagione. Tuttavia, oggi dobbiamo affrontare i pericoli del riscaldamento globale, causato dall’uomo. Se non ci sforziamo di mitigare le sue conseguenze, il nostro mondo rischia di essere distrutto.
Arriva l’autunno con i suoi colori caldi e i suoi frutti maturi, come dice il poeta tedesco Hebbel “Dies ist ein Herbsttag, wie ich keinen sah. …”
“Questa è una giornata autunnale come non ne ho mai viste!
L’aria è immobile, come se si respirasse appena,
Eppure, fruscii, lontani e vicini,
i frutti più belli da ogni albero.
Non disturbatela, la festa della natura”
Noi bambini correvamo felici attraverso i campi di stoppie e raccoglievamo le spighe di grano lasciate che le nostre madri usavano per fare la farina. Molti anni dopo, mio marito ed io prendevamo le mele dalle guance rosse dagli alberi per farne marmellata e conservarne altre per l’inverno. Ci fermavamo per apprezzare la bellezza della natura, riflettendo allo stesso tempo sulla nostra vita. Un senso di malinconia e di nostalgia può accompagnare l’autunno, mentre ci prepariamo all’inverno.
L’inverno, con le sue giornate più brevi e la nebbia densa che avvolge la mia regione per tutto il giorno, è quel momento dell’anno in cui ci ritiriamo nelle nostre case e ci proteggiamo dal freddo e dalla tempesta per riflettere intensamente sui nostri cari morti, sui morti e sui sofferenti di tutto il mondo.
“E quando eravamo bambini … Mio cugino, mi portò fuori con la slitta… Mi disse: ‘Marie, Marie, tieniti forte’ e scendemmo”, scrive T. S. Eliot nel The Waste Land. Queste parole mi riportano a quei giorni d’inverno in cui correvamo a tutta velocità giù per la collina con le nostre slitte attaccate l’una all’altra e atterravamo in un ammasso di neve, gridando di gioia. Ci sentivamo veramente liberi. Oggi, l’inverno per me rappresenta il periodo in cui mi ritrovo a riflettere sul significato della mia vita, mentre spero di poter vivere ancora un nuovo ciclo che sta per iniziare.
Karin
Nata in Germania
Vive a Pentling