Circa 60 anni fa: se avessi imparato l’italiano invece del francese (come terza lingua straniera) quando ero un alunno del liceo, forse sarei diventato un insegnante di italiano. Ma la lingua italiana non era insegnata in quasi nessuna scuola secondaria. A differenza dell’inglese, che per me è sempre rimasto una “lingua franca”, e il latino, che pure mi piaceva. Sono grato per la mia preferenza per la lingua dei Romani e le loro lingue figlie che alla fine non riesco a spiegare.
Dopo gli studi all’università di Colonia, sono diventato insegnante di francese e storia. Grazie alle mie conoscenze linguistiche, sono attivo da oltre 50 anni nel gemellaggio tra il mio comune non lontano da Colonia e una piccola città nel sud della Francia, vicino a Marsiglia – ho presieduto il comitato di gemellaggio tedesco per più di 30 anni.
Ma il pensiero dell’Italia e della sua bella lingua non mi ha mai abbandonato: come studente di studi romanzi, dovevo dimostrare la conoscenza di base di una seconda lingua romanza. Non c’è dubbio che ho scelto l’italiano. Ho frequentato un corso di lingua per principianti e un seminario su “Sei personaggi in cerca d’autore” di Luigi Pirandello.
Un giorno ho scoperto nella segreteria del seminario di studi romanzi un avviso relativo a una borsa di studio per un corso di lingua a Perugia! A malincuore, ho fatto domanda per una borsa di studio in Francia, perché volevo diventare insegnante di francese. Così ho trascorso il semestre invernale 1969/70 a Rennes (Bretagna).
Ma l’italiano è rimasto un filo conduttore nella mia vita: per il dottorato ho dovuto dimostrare anche la conoscenza della letteratura italiana. Il mio professore di allora mi ha consigliato La Divina Commedia (Il Paradiso). Leggere questo capolavoro di Dante è stato faticoso, ma mi ha avvicinato sensibilmente alla cultura italiana. Fortunatamente, i miei insegnanti mi hanno perdonato per il mio italiano stentato durante l’esame orale.
Dopo il nostro matrimonio, nel 1975, io e mia moglie abbiamo fatto diversi viaggi nel sud dell’Italia. Il momento clou è stato un viaggio in bicicletta con una tenda nel bagaglio da Colonia a Roma nel 2016.
Non è stata solo la nostalgia di un pensionato, ma piuttosto la ricchezza culturale e linguistica dell’Italia a farmi decidere di seguire un corso di lingua di 3 settimane presso una scuola di Perugia nel 2018 e nel 2019. Un sogno dei miei giorni da studente è diventato realtà. Nei fine settimana, abbiamo esplorato città come Assisi, Foligno, Spoleto, Orvieto e Gubbio con il nostro camper, anche il Lago Trasimeno, che abbiamo naturalmente girato in bicicletta.
La vicinanza all’Italia non è dovuta solo alla lingua e alla cultura, ma anche all’incontro con persone amichevoli: già nel 2010, grazie alla mediazione di un amico la cui madre era italiana, una giovane donna proveniente da un piccolo paese della Toscana, che voleva migliorare il suo tedesco, ha soggiornato da noi per diverse settimane. Questo ha portato a una stretta amicizia con lei e la sua famiglia. Siamo in contatto regolare e ci siamo fatti visita diverse volte. Grazie a un altro contatto personale, continuo a studiare l’italiano e spero di imparare a usarlo con successo: uno dei miei insegnanti nella scuola di Perugia è ora il direttore di Studio Pensierini.
La lingua italiana è – e rimarrà – parte della mia vita.
Klaus
Nato in Germania
Vive a Engelskirchen