In viaggio per l’Italia

Prima del gelo notturno di quest’anno, ho impacchettato due piccoli alberi nel mio giardino. Prima ho drappeggiato rami di conifere attorno al piede degli alberi per mantenerli caldi e poi, più in alto, ho messo della plastica, quella a bolle d’aria. Spero che la mimosa e l’ulivo superino l’inverno in questo modo. Sono consapevole che coltivare la flora mediterranea in un piccolo giardino a Scheveningen (la stazione balneare dell’Aia nei paesi Bassi) equivale a falsificare la natura. Eppure, non posso resistere perché mi ricordano la prima volta che sono stata in Italia.

Allora aveva 11 anni. Con una Fiat 1100 sono andata in vacanza a Garda con la mia famiglia, padre, madre, fratello maggiore di 13 anni e fratello minore di 2 anni. Per i due bambini più grandi la vacanza è stata principalmente: nuotare nel lago e mangiare pesce fritto. Ricevemmo dai genitori un grosso pacchetto di lire e dovemmo cavarcela dal pescivendolo. È un buon modo per imparare una lingua. Ho notato allora che un po’ d’attenzione ti aiuta parecchio.

Per esempio: ho sentito i genitori ordinare su una terrazza due caffè, che suonava molto come “due kopi”, come si dice in indonesiano. Così mi hanno spiegato che le lingue, anche le lingue di Paesi lontani, possono essere correlate tra loro. Ma c’era di più.

Abbiamo visto come i nostri genitori si sono divertiti a riconoscere ogni genere di cose del tempo della loro gioventù in Indonesia. È già cominciato mentre guidavamo verso sud attraverso le montagne. Mia madre, che fino al suo matrimonio aveva vissuto in una piccola città nella montuosa Java orientale, non si stufava delle montagne. Mentre, dopo la sua morte, svuotando la casa dei genitori ci ho trovato un taccuino con alcuni schizzi di paesaggi montani con la didascalia: in viaggio per l’Italia.

E mio padre si vantava dei tornanti che era solito padroneggiare con disinvoltura in Indonesia, ma potevo dire dalla sua voce che dopotutto era un po’ nervoso. Mio padre, grande amante delle lingue, presto scherzava con i venditori del mercato con le poche parole che imparava in fretta. A differenza dei Paesi Bassi in Italia nel mercato non era raro contrattare. Anche ciò ha ricordato ai miei vecchi l’Indonesia tanto amata ma allora non accessibile per ragioni politiche.

A Garda partecipavamo alla passeggiata alla fine del pomeriggio, sempre qualcosa che ha ricordato ai miei genitori “i vecchi tempi”. Lungo la strada c’erano oleandri e anche di mimose ce n’erano molte, queste ultime non fiorite in quest’estate.

Nel frattempo l’albergatore si prendeva cura del mio fratellino. Adorava il ragazzino carino e moro.
Facevamo anche delle passeggiate nei dintorni di Garda, durante le quali mio padre, ingegnere forestale, ci indicava i caratteristici olivi. Ed è così che adesso faccio del mio meglio per mantenere vivi alberi del clima subtropicale nel mio giardino, nonostante la tempesta del sud-ovest. Evocavano il ricordo del mio primo confronto con l’Italia.

Ho appena parlato dei piaceri e delle sfide dello studio dell’italiano nella mia piccola storia. Forse la prossima volta?

Anneke

Nata in Indonesia
Vive a Den Haag / L’Aia