Mistero

10 anni fa ho voluto fare un corso di francese a Parigi per approfondire la mia conoscenza di questa lingua. Però non ho potuto trovare un corso adatto. Mi dicevano che la mia conoscenza era già sufficiente: i corsi sarebbero stati troppo facili!

Che fare? Allora il mio compagno ha avuto un’idea fantastica a cui non avevo pensato: “perché non vai a studiare l’italiano a Roma?”. E così è successo: sono andata a Roma. Per tre settimane ho seguito delle lezioni alla Dilit, una scuola di lingue dove ho imparato a parlare un po’ l’italiano. Ho soggiornato da una famiglia molto simpatica che abitava vicino a Piazza San Pietro. Siccome ero a Roma nel mese di marzo, ho visto proclamare il nuovo Papa: Papa Francesco apparve sul balcone dicendo: “buona sera”. Le ho trovate bellissime, queste parole semplici e sono sempre stata una tifosa di Papa Francesco. È modesto e difende sempre i deboli nella nostra società.

La mia esperienza a Roma di dieci anni fa mi ha lasciato un’impressione profonda. Per questo motivo ci sono ritornata l’anno dopo. E poi ho seguito altri corsi in altre città: Perugia, Bologna e Venezia. A Perugia ho conosciuto Ugo Coppari, il fondatore di Studio Pensierini. Un insegnante stimolante con idee creative! 😊 Grazie alle sue idee scrivo piccoli pensierini, leggo le riviste con i pensierini degli altri studenti e seguo i webinar sulla letteratura italiana. Perché oltre la lingua, la letteratura italiana è il mio grande amore. I webinar di Ugo mi aiutano molto per capire alcuni romanzi.

Nel mese di giugno parteciperò al viaggio studio di Studio Pensierini nelle Marche. Sono molto contenta che finalmente sia possibile dopo il periodo difficile del Covid. Il viaggio sarà interessante perché non staremo in un posto fisso ma ci sposteremo da un posto all’altro. Non vedo l’ora di andare nelle Marche!

Non so perché ami tanto l’italiano. È un po’ come Jhumpa Lahiri dice in “In altre parole”: “Non sembra una lingua straniera, benché io sappia che lo è. Sembra, per quanto possa apparire strano, familiare. […] Sembra una lingua con cui devo avere una relazione. Sembra una persona che incontro un giorno per caso, con cui sento subito un legame, un affetto”. 1

Trovo molte somiglianze con Jhumpa Lahiri, per esempio per quanto riguarda il piacere di leggere in italiano: “In italiano sono una lettrice più attiva, più coinvolta, anche se più inesperta. Mi piace lo sforzo. […] Leggere in un’altra lingua implica uno stato perpetuo di crescita, di possibilità. […] Quando ci si sente innamorati, si vuole vivere per sempre. Si vagheggia che l’emozione, l’entusiasmo che si prova, duri. Leggere in italiano mi provoca una brama simile.”

Insomma, mi sono innamorata dell’italiano, come ci si innamora di un uomo attraente. Non si sa la ragione di un tale sentimento. È e sarà sempre un mistero.

Irene

Nata in Olanda
Vive a Zutphen