Nella testa di una straniera

Che succede nella testa di una straniera che legge una riga in italiano? Prendiamo per esempio righe provenute dal libro che leggiamo adesso con il nostro gruppo letterario di Studio Pensierini. Nel libro “Tasmania”, di Paolo Giordano, a pagina 47 troviamo scritto:

“Tra di loro c’era anche Yatuka Tani, che aveva trentatré anni ed era otorinolaringoiatra. Ricorda che i feriti più gravi vennero raggruppati nella hall dell’ospedale della Croce Rossa, sdraiati su tatami disposti come tonno al mercato del pesce.”

Tra di loro: conosco le parole tra e loro. Tra come tra Roma e Napoli oppure: tra poco o tra dieci minuti. Loro è la terza persona singolare, ma perché si dice: tra di loro? Una maglietta di seta, sì, ma perché nessuno in Italia capisce tra loro? Si dice: tra noi e non tra loro? In olandese direi “onder hen” due parole.

C’era: significa c’è nel passato; ci era e poi c’era. Questo lo conosco.

Anche Yutaka Tani, che aveva trentatré anni ed era un otorinolaringoiatra.

La parola ha anche la stessa posizione nella regola in olandese, facile dunque.

Che aveva trentatré anni.

In olandese non si hanno degli anni, ma sei i tuoi anni. Anche anni in olandese quando dico trentatré o quattro o diciannove viene sempre al singolare. Dunque sei trentatré anno.

Devo ricapitolare: in italiano l’età viene sempre con avere e al plurale.

La parola che è anche rischiosa, perché usiamo spesso chi al posto del vostro che.

Aveva: devo sempre dare la mia attenzione allo o oppure allo a. Sennò si sbaglia facilmente tra il primo o terzo persona singolare. Spesso penso che sia il protagonista che parla, ma potrebbe anche essere qualcuno /a altro/ altra. Potrei sbagliarmi nel dire: chi è trentatré anno. Chiaro per me, ma non in italiano.

Ed era un otorinolaringoiatra.

Mi fa ridere questa parola. Che parola geniale per lo scarabeo. Tanti punti! Ma l’un e il fatto che il sostantivo finisce con un a mi dà un problema. Yukata Tani un uomo o una femmina? Non lo so. C’è un perché il sostantivo comincia con una vocale. Quali erano le regole? Diciamo una amica, uno amico, no, un amico va bene, ma perché otorinolaringoiatra finisce con un a? Secondo me Yukata Tani è un uomo, ma quale professione ha?

Otorino non mi dice niente, larin neanche, ma riconosco la parola goia. Magari si tratta di qualcuno che in olandese si chiama un golanasoorecciomedico, in breve gno-medico; KNO diciamo nella nostra lingua. Vorrei controllarlo nel dizionario e ho ragione. Yutaka Tani è un medico specialista per il tuo naso, gola ed orecchio.

Ed era.

Quando c’è una vocale ci vuole una d dopo la e, come ad Amsterdam.

Ricorda che i feriti più gravi vennero raggruppati.

Allora, che lavoro devo fare adesso? La frase comincia nella terza persona singolare, deve essere lui, il medico che si ricorda qualcosa.

Che i feriti, questo lo capisco, conosco la parola ferito e adesso è al plurale.

Vennero raggruppati si tratta di una forma passiva che Ugo mi ha fatto esercitare nell’ultima lezione e che posso riconoscere adesso, ma non uso ancora in una maniera attiva. Ma che significa raggruppati? Riconosco la parola gruppo; secondo me i feriti sono messi insieme su un tatami, un materasso giapponese.

La forma del verbo è il participio passato che è stato coniugato in questa forma passiva vennero che è messa anche in plurale. Devo controllarlo nel dizionario? Decido di no. Ho capito la frase, ma il ti di raggruppati potrebbe essere pericoloso e potrei mescolare facilmente con una forma come: figurati!

Nella hall dell’ospedale della Croce Rossa.

Che divertente, perché hall viene dall’Inglese. Capisco perché gli Italiani preferiscono la hall e no il hall, ma nelle mie orecchie suona un po’ strano. Nell’ ospedale viene da nello ospedale ma è divenuto nell’. Quando devo usare la parola ospedale attivo per me come una straniera è difficile riconoscere che lo è una parola maschile.

Sdraiati su tatami.

Adoro il verbo sdraiare, perché comincia con tre consonanti cioè per le mie orecchie un suono speciale. Il verbo è stato coniugato aggruppati feriti. Ma perché su tatami e non su i tatami, sui tatami? Non lo so.

Disposi come tonno al mercato del pesche.

Disposi viene da disporre. La forma irregolare conosco meglio dell’infinito: in inglese esiste disposable, chesignifica buttare via. I feriti sono buttata via, secondo me.

Ma perché voi dite tonno adesso e non tonni? I feriti sono plurali! Si sono disposi come sono disposi i tonni al mercato del pesce. Non esiste mercato di pesce? È tra di loro, ma mercato del pesce? Direi che ci sono tantissimi pesci nel mercato, compreso un sacco di tonno!

Marguerite

Nata in Olanda
Vive ad Amsterdam