L’italiano è, secondo me, la lingua più musicale di tutte, gli italiani sono gli eredi della potente Roma, la capitale dell’antichità. L’Italia è il Paese di grandi artisti come Giotto, Michelangelo, Bramante, Giacometti, Vivaldi, Pergolesi, Verdi, di meravigliosi registi di film come Benigni, Fellini, Pasolini, della moda come Armani, Benetton e Versace, di design e tecnologia, di macchine lucide (Ferrari, Lamborghini, Maserati e Alfa Romeo) e di inventori come Marconi, Torricelli e Leonardo da Vinci. E non dimentichiamo il Vaticano come centro della chiesa cattolica e la residenza del papa, quindi un sacco di ragioni per imparare questa bella lingua.
Siccome io sono un freak delle lingue, un insegnante delle lingue antiche e un artista, l’italiano non può mancare. Nonostante non sia una lingua del mondo come l’inglese, il francese o lo spagnolo, vale certo la pena di impararla. E diciamo anche che gli italiani hanno qualcosa di simpatico, creatività, arte di vivere, anche se ci sono anche tipi mafiosi e burleschi (come Berlusconi e Grillo) e (soprattutto nel passato) fascisti. Però il male si trova ovunque nel mondo e l’estrema destra cresce sfortunatamente in grandi parti d’Europa, anche nel mio Belgio.
L’italiano ha donato al mondo musicale un centinaio di termini come andante, concerto, allegro, vivace, presto, (de)crescendo, calando, morendo e tanti altri. Gli antichi romani, gli antenati degli italiani, hanno costruito strade, ponti, città e passi nelle Alpi come il Gottardo, il gran e piccolo San Bernardo, il Bernardino, il passo Splugen etc. Puoi considerarli come un’invenzione geniale: non si deve salire le montagne, ma trovare un passaggio tra le cime. Anche servizi moderni come gli acquedotti, il riscaldamento centralizzato e il sistema fognario sono addebitabili ai romani.
L’Italia è last but not least una destinazione popolare di vacanze a causa del sole, di magnifici paesaggi, di bellissime città con piazze atmosferiche e … di gelati e altro buon cibo.
L’italiano una lingua difficile? Per me certo no, avendo insegnato lingue antiche per 40 anni. Il mio promotore (della mia tesi all’università) disse: “l’italiano è il latino all’ablativo. Si impara molto facilmente!” Dopo lo studio dello spagnolo ho trovato molte somiglianze tra queste lingue, anche se il rischio di confusione è sempre presente.
Vorrei finire lodando il nostro Ugo (direttore di Studio pensierini), che ci incoraggia a studiare l’italiano con un enorme entusiasmo e sa riunire gli appassionati d’italiano di tutto il mondo. Viva la nostra scuola in saecula saeculorum! (= fino all’eternità). In bocca al lupo, a Ugo e agli altri adoratori di Studio Pensierini!
Mathieu
Nato in Belgio
Vive a Tongeren