Penso che ognuno di noi abbia la propria isola. La mia isola è dall’altra parte del mare, nell’infinito, ma lei sarà sempre con me ovunque nel Mondo.
È bizzarro che dopo tanti anni i momenti della mia fanciullezza sono ancora presenti nei miei pensieri.
Non ho mai scordato il mio primo viaggio in treno quando avevo tre anni.
In un vestito da marinaio sembravo così grande, più grande di mia madre e mi sentivo veramente orgogliosa.
E come dimenticare la mia prima scuola; quanta emozione e anche una certa inquietudine sul mio viso, e com’era bella ed elegante la mia uniforme azzurro scuro.
E la mia amata madre; era lei con quelle mani morbide e gentile che mi pettinava i capelli e faceva le mie trecce con due nastri bianchi.
La mia classe mi ha spaventato un po’ e non ho capito “niente di niente” e quando guardavo quella grande lavagna di fronte a me, immaginavo che una nuvola silenziosa fosse caduta dal cielo.
I miei colleghi non mi affascinavano e neanche loro sembravano molto amichevoli; solo una bambina nera che sembrava di più una formichina e che poi sarebbe stata la mia unica amica.
Che gioia quando la lezione era finita e mio padre arrivava con mia sorella per farci tornare a casa, la mia isola; era lui il mio supereroe che mi metteva sulle sue spalle mentre camminavamo senza fretta.
E così trascorsero la mia infanzia e la mia giovinezza con alti e bassi ma serena.
Anche se sono passati anni, credo che la mia personalità non sia cambiato molto rispetto a quando ero bambina.
Lucia
Nata in Brasile
Vive a Lisbona