Educare

È il 1974 e piove. Stavo aspettando al semaforo con la mia bicicletta. Non pioveva soltanto, ma c’era un vento forte. Siccome ero in una strada stretta, il vento mi ha travolto in pieno con la sua forza. Inoltre mi sono sentita molto stanca. Ogni mattina mi sono dovuta alzare alle sette, dopo una giornata alla scuola primaria del metodo di Maria Montessori. Il mio impegno: insegnare a contare, leggere, scrivere e tutte le cose che devi imparare quando vai alla scuola primaria come arrivare in tempo, ascoltarci e sistemare le cose che hai usato per 36 bambini dai 6 ai 9 anni.

A casa mi sono dovuta preparare per il giorno seguente – successivo e spesso sono stata a scuola due o tre sere la settimana al lavoro per riunioni, corsi, o contatti con i genitori.
Ma il più grande problema sono i bambini che non funzionavano. In ogni classe almeno il 10% del gruppo ha dei problemi. Nel mio caso c’è Roberto, un ragazzo grosso che per esempio ha versato l’inchiostro sui materiali per imparare o David che si è seduto in ginocchio adorando gli dei dell’antico Egitto o Monica che non sembrerebbe capire quasi niente.
Un bambino distruttivo, uno quasi scomparso nelle sue fantasie e una con un difetto mentale ed io con le mani vuote.
Gli altri bambini sono piacevoli, carini e creativi, gli si vuole bene.
Ma aspettando avanti il semaforo ho deciso di andare all’Università per studiare la pedagogia e l’educazione. Volevo aiutare i bambini con problemi.
Contro la volontà del preside della scuola sono partita alla fine dell’anno scolastico.
Nel mese di settembre ho cominciato lo studio e ho guadagnato la mia vita lavorando due giorni alla settimana invece di cinque. A quel tempo un preside della scuola aveva una classe ma due giorni alla settimana aveva impegni generali. Durante questi due giorni sono andata nella sua classe. Non è stata una situazione semplice, né per gli allievi, né per il preside e neanche per me. Dopo tre anni sono stata invitata dall’Associazione Montessori Olandese di divenire docente per la riqualificazione degli insegnanti a Arnhem, a una ora di treno da Amsterdam. Una situazione piacevole perché così ho avuto la possibilità di andare all’Uni o studiare a casa durante il giorno, mentre lavoravo durante le sere.
Studiavo sempre cinque ore al giorno, cinque giorni per sei anni e dopo mi sono laureata.
L’AMO mi ha invitata all’istituto superiore ad Amsterdam.
Fino a 2015 ho lavorato all’istituto superiore per la formazione di professori.
Mi è piaciuto tanto lavorare con gli studenti giovani e adulti.
Il lavoro è stato interessante e talvolta molto impegnativo.
Non posso dire che ho trovato la soluzione per i bambini complicati, ma ho trovato una buona soluzione per me stessa. La mia decisione presa in un momento difficile si è rivelata quella giusta.

Marguerite

Nata in Olanda
Vive ad Amsterdam