Quello che ho

Fermati un istante a pensare. Chiudi i tuoi occhi e pensa a quello che davvero vuoi che succeda. Forse a qualcosa di impossibile, forse a qualcosa di non impossibile ma poco probabile. Ce l’hai? Sicuramente sì. Tutti abbiamo qualcosa che desideriamo, ma cosa è un desiderio? Secondo Sibaldi, desiderare viene dalla parola sidera (stelle), e significa “accorgersi che nel tuo cuore c’è qualcosa di più di quel che, per ora, le stelle stanno concedendo all’umanità”.

Da piccolini tutti cominciamo ad avere desideri. Quanti bambini hai ascoltato dire “quando sarò grande sarò un pompiere” o “quando crescerò avrò una stalla con dieci cavalli”? Ma alla fine quanti di tutti quei bambini diventano pompieri? O hanno una grande stalla? Direi nemmeno il dieci percento. I desideri cambiano, si dimenticano, si modifichino o si scambiano con altri più grandi.

Ora chiudi i tuoi occhi un’altra volta. Sì, fallo, per favore. Prenditi un attimo. E ora pensa quante cose di quelle che hai desidereresti se non le avessi? Quante dai per scontate? Per abitudine tendiamo a pensare a quello che desideriamo, ma non così spesso pensiamo a quello che desidereremmo se non lo avessimo.

Quindi invece di prenderti qualche minuto al giorno per pensare a quello che non hai, prendi solamente due minuti e pensa a tutto quello che ti rende felice. Pensa a tutte le persone che ti fanno diventare la giornata un po’ migliore, come forse quel cameriere che ti saluta ogni mattina quando vai al bar ed è felice di rivederti; quel vecchio amico che, non importa quanto tempo sia passato dall’ultima volta che l’hai visto, ti farà sempre sentire come il suo migliore amico, o anche tua mamma che ti chiama ogni settimana per sapere qualcosa di te, ma che in realtà pensa a te ogni giorno.

Sii grato, ma non dimenticare mai di sognare, di sognare alto, perché se punti alla luna forse finirai in una stella.

Lorena

Nata in Spagna
Vive a Madrid