Impegnarsi

Routine: un male necessario o un mezzo significativo per migliorare noi stessi e il nostro mondo? Routine contro varietà o creatività? Alcuni esempi: un ginecologo esegue in media 10 parti al giorno. Un professore all’università esamina venti studenti ogni giorno per un mese. Io stesso ho studiato per dodici anni alla scuola dove dopo ho insegnato per trentotto anni. Nell’accademia di musica ho accompagnato al pianoforte ottantatré studenti che facevano il loro esame finale di solfeggio. Così ha suonato per ottantatré volte la prova imposta, da impazzire! Ma in quel momento ho pensato che per ogni studente fosse un momento decisivo con il mio aiuto ogni volta. La stessa cosa con i dieci parti del nostro ginecologo. Per lui è routine, ma lui può realizzare la nascita di un bambino, che la futura mamma ha portato in grembo per nove mesi.

Arbeid adelt, si dice in olandese o in italiano, il lavoro è nobile. Quello aiuta ad organizzare il nostro mondo e a renderlo migliore. Quindi non mi piacciono le persone che lavorano contro la loro volontà o peggio, sono negligenti o si dichiarano malate per restare a casa. Quando lo fanno in previsione della loro pensione, questo fenomeno si chiama “pensionitis” da noi.

La routine secondo me è necessaria anche per prendere accordi con familiari o parenti e per organizzare la nostra vita sociale. Siccome abbiamo tutti molto tempo libero, bisogna organizzare la nostra giornata e fare accordi con amici per fare sport insieme ad orari fissi, per andare al cinema o al ristorante durante il weekend. Siccome ciascuno ha il suo lavoro, la sua famiglia, va bene avere routine nel tempo libero, quello che dà tranquillità a noi e ai nostri cari e d’altra parte divertimento per cui ogni volta non possiamo vedere l’ora.

Io stesso, in pensione da quasi cinque anni, provo a strutturare la mia vita. Ogni mattina faccio sport (fare trip a piedi o in bici, a seconda del tempo), nel pomeriggio faccio una breve pennichella o mantengo e studio le mie lingue, il latino, il norvegese, il greco e, scrivendo questo testo, l’italiano.
Il Martedì pomeriggio ho un corso d’inglese con miei coetanei, il martedì sera vado con mia moglie al corso di danza, il giovedì sera ho il norvegese. Durante il weekend faccio passeggiate con un club, leggo o suono musica (al pianoforte o alle campane), cosa che faccio anche negli altri giorni.

Ci deve essere sempre routine? Naturalmente no, di sicuro ora che sono in pensione. Quando uno dei nostri figli viene a trovarmi o quando mia moglie propone una visita o un’escursione (sopratutto in primavera o in estate), quando c’è una festa o un funerale, tutte quelle cose hanno la priorità. Il lavoro in giardino, nei mesi più caldi, rompe anche la routine, perché si dipende dal tempo.Concludendo direi che la routine può organizzare il lavoro, il nostro tempo libero e la nostra vita sociale. Molto importante per me, la routine è necessaria per una vita migliore, per migliori relazioni sociali e per la tranquillità personale. La routine deve sempre poter essere spezzata in caso di interessi impellenti, per esempio per incontrare la famiglia, per festeggiare o piangere insieme o per aiutare una persona bisognosa. La routine deve essere al servizio delle persone e della società, certo non per se stessa.

Mathieu

Nato in Belgio
Vive a Tongeren