Mi piace molto fare un tuffo profondo per vedere tra l’acqua chiara un mondo diverso dove osservo intensamente le scuole di pesci diversi e brillanti e i loro movimenti inaspettati in un caos fantastico. I miei sensi sono attivati. L’acqua salata fa sentirmi viva con una bocca secca. Quando scendo in giù fa freddo dove la luce sta diminuendo. Forse ci sono gli squali nell’acqua e il ricordo mi fa venire i brividi. A volte, sento gli strilli e i fischi delle balene, insieme una canzone magica ma tutta indecifrabile da me. Quando scoppio fuori dall’acqua prendo un’inalazione lunga con un sorriso largo.
Inoltre ho fatto altri tuffi in fondo al cuore, per esempio quando ho letto un sacco di libri scritti dallo stesso autore o quando ho ascoltato la musica di Mozart per nove mesi perché mia figlia in utero la senta e cominci ad avere un amore per la musica classica. Eppure si domanda perché persisto io con lo studio d’italiano per anni? Non è una lingua pratica negli Stati Uniti. La mia famiglia non è persino venuta dall’Italia. Mi mancano due motivi comuni per studiare una lingua. Mi sembra che la lingua italiana mi offra un’esperienza in cui posso confrontare un altro mondo, bellissimo ma difficile da capire, con un suono melodico ma spesso quasi indecifrabile da me. (Non voglio parlare ora della paura ma veramente prima ce ne era.) Quando faccio un tuffo profondo in un libro italiano ho bisogno di leggere lentamente con calma per capire la storia, per trovare i significati delle parole con un dizionario e per sbrogliare le lunghe frasi convolute. Non posso sfogliarlo. Ma forse va bene così. È come quando mangio una pasta che mi piace molto, voglio fermarmi, rallentare, prendere il cibo in piccoli morsi per identificare i sapori delle erbe aromatiche dentro. Quando leggo lentamente un libro in italiano ho una sensazione di coinvolgimento con la storia e i personaggi.
Studio Pensierini mi ha dato l’opportunità di imparare con gli altri che avevano deciso di mettere un dito del piede nell’acqua se non di fare un tuffo profondo nella lingua italiana. Parlare in italiano con Ugo e gli altri studenti è un opportunità di praticare l’italiano in un’atmosfera molto leggera.
Sono fortunata di aver viaggiato nelle Marche l’anno scorso con Ugo e qualche studente per esplorare insieme una parte unica d’Italia. Dopo che avevamo fatto le nostre osservazioni, le abbiamo condivise in racconti informali, scritti e verbali. Ho scoperto molto delle Marche ma anche mi sono accorta che come osservatori tutti noi eravamo entrambi simili e diversi. Era un viaggio straordinario in cui ho potuto fare un tuffo profondo non solo per imparare la lingua ma anche per iniziare a capire la natura dei marchigiani e di me stessa. Era difficile andarsene per tutti noi. Quando me lo ricordo prendo un fiato lungo e sorrido lievemente.
Elizabeth
Nata negli Stati Uniti
Vive a Orinda