Nata a Colleferro nel 1986, 40 minuti in treno regionale dalla Stazione di Roma Termini. All’ospedale di Colleferro è nata una bimba con una parrucca di capelli neri ed occhi castani grandi e piangendo gridava tutto il tempo e fra tanti bambini calvi e tranquilli come dicono i miei genitori. Tutte le infermiere erano contente di vedere la creatura italiana di nascita così bella e si passavano la bimba l’un l’altra.
Dopo quasi due anni i miei genitori tornano a Baghdad, la città natale, quindi da un ambiente di pace marinara a un ambiente di guerra e paura, così cresceva la bimba, con tanti conflitti dentro sé: mi presentate agli altri come figlia italiana? Allora perché mi avete portato qua? Avreste potuto lasciarmi in Italia, era meglio! Si ripete le stesse frasi ogni volta che litiga con i genitori, ignora che un giorno l’Italia sarà il Paese dove imparerà una vita e una cultura e conoscerà l’antropologia del suo popolo.
A 10 anni sognava di camminare per le strade Romane, e si svegliava raccontando con fiducia il suo sogno, confermava a tutti “io partirò per l’Italia” mentre deridevano il suo sogno, però lei non scordava il sogno.
Dopo 16 anni il destino guidava la bambina italoirachena a studiare la lingua italiana all’università di Baghdad, facoltà di lingue, dipartimento di lingua italiana, e la buona fortuna la portava a vincere un concorso per passare in Italia 3 mesi di approfondimento della lingua e della cultura italiane, ed era l’inaugurazione per la stagione di viaggio per l’Europa.
Sono rinata di nuovo quando sono rientrata in Italia. Ho fatto 3 mesi vicino al mare calabrese a Reggio di Calabria, poi dopo due anni, nel 2008, mi inserivo in un programma che si chiama la porta dell’Occidente, un programma ci considera i primi laureati in lingua italiana in Iraq, quindi saremo la porta per l’occidente; per un anno accademico abbiamo girato i centri di cultura italiana più importanti, cominciando da Firenze, Milano, Venezia, Napoli e Roma. Viaggiare in gruppo era molto utile, insegna tante cose, oltre ad essere indipendenti e responsabili, collaborativi. Poi sono tornata a Baghdad dopo un anno di vittorie. Ho cominciato la carriera accademica, come insegnante di lingua italiana per iracheni.
Rientro per l’Italia a Firenze dopo 4 anni, nel 2012, per prendere la laurea magistrale in linguistica italiana e filologia, che si è conclusa con gran successo, e rientro di nuovo a Baghdad nel 2015.
Passano altri tre anni e si sente che ho ancora il sogno di finire il dottorato, e arriva una opportunità d’oro nel 2018 a Chieti, vicino Pescara, per fare il dottorato di ricerca in filologia moderna. Finiscono gli studi con successo e con il covid19 tutti chiusi a casa, con la paura della malattia e aspettando il vaccino. Dopo tre anni di nuovo a Baghdad, nell’agosto del 2021. L’Italia è cambiata troppo ultimamente, e anche Baghdad è cambiata, di più, non è più la città che conoscevo, sono un po’ triste per questo.
Ho pensato di avere il lavoro giusto per me, come insegnante o interprete, ma mi sbagliavo e si ricomincia di nuovo alla ricerca di lavoro, e non so se ci sarà la possibilità di rientrare per l’Italia o no, se il mio cuore mi aiuterà a stare in forma per altri viaggi, ché ho scoperto qualche danno in una valvola del mio cuore che occorre operare. Non ho paura comunque, ho vissuto delle esperienze particolari e sono grata per la bellezza dell’universo.
Nata in Italia
Vive a Baghdad
Spero che tu possa ricevere le cure mediche di cui hai bisogno e che tu possa raggiungere ancora una volta i tuoi obiettivi in Italia.
Grazie mille David, sono molto grata per quello che mi dona il destino.
Brava Raweya👏👏👏 sei sempre stata tenace, ti auguro tante belle cose 💕