Non è difficile immaginare come sarebbe la vita in una guerra perché noi già ci siamo. La domanda è quanto siamo vicini alla guerra oppure se siamo all’epicentro della guerra.
Sicuramente, se ti trovi abbastanza lontano dall’epicentro della guerra, potresti sentire meglio, soprattutto adesso, quando siamo anestetizzati dai siti web, dai social media, Netflix, eccetera. In realtà, è molto triste vedere che l’umanità non è unita. Dicono che siamo sviluppati, la nostra conoscenza è diversa e sviluppata, però secondo me, guardando come stanno andando le cose nel mondo, siamo ancora come gli animali, forse solo un po’ istruiti, quella forse è la differenza.
L’istinto di sopravvivenza è forse una delle forze più forti della natura. Una cosa che abbiamo in comune con tutti gli animali. Quindi, se mi chiedo cosa mi mancherebbe, il mio istinto mi dice, il cibo, l’acqua, un letto comodo e sicuro per dormire, la luce, l’elettricità. Che in realtà sono le cose più semplici che abbiamo e meno apprezziamo.
Poi c’è anche la nostra anima, che vuole sempre di più; un cibo oppure un letto sicuro non sono sempre le cose che sono abbastanza per l’anima.
Cosa mancherebbe per la mia anima? Andare a ballare? Cantare ad alta voce? O scrivere qualcosa oppure esprimere le mie emozioni senza paura di essere ucciso con una granata, una pistola oppure una macchina come un drone. Non voglio pretendere di capire come si sentirebbero le persone che sono vicine all’epicentro di una guerra oppure che sono all’epicentro delle guerre, perché è una cosa incomprensibile.
Incomprensibile da immaginare quando io sto scrivendo questo testo, c’è una persona proprio adesso all’epicentro che forse non ha pane, né cibo, né acqua pulita, che non ha l’elettricità, né un letto comodo, né una notte di pace, di riposo, senza rumori di bombe, senza rumori di qualcuno che sta morendo. È incomprensibile immaginare che ci potrebbe essere un bambino che ha perso i suoi genitori, la sua casa, i suoi giocattoli, il letto dove dormiva e si sentiva al sicuro, che ha perso i suoi amici con cui stava giocando e aveva un’amicizia che forse non tornerà mai. La definizione di una notte di pace e di riposo è cambiata per sempre per loro.
Direi che noi non apprezziamo abbastanza una notte di pace, dormire senza paura, senza rumori, con il calore dell’amicizia e dell’amore.
Tolstoj ha notato una cosa nel suo romanzo Guerra e pace: “il tempo è pazienza”. Speriamo che il tempo cambierà più presto in meglio, perché serve di più adesso e la pazienza non ci lascerà da soli.
Nuradin
Nato in Kazakistan
Vive in Australia