Piccole cose

Se fossi in guerra, avrei soprattutto nostalgia delle cose piccole, semplici, normali.
Avrei nostalgia della nostra casa comoda nel centro storico di Zutphen: una casa in cui ci si sente bene e protetti, una casa la cui atmosfera è sempre piacevole e pacifica. Dove ci sono tantissimi libri: romanzi in olandese, francese, italiano e tedesco perché leggere è la mia passione preferita.

Avrei nostalgia del nostro piccolo giardino dove Paolo e io ceniamo in estate perché non fa troppo caldo per cenare fuori: c’è sempre l’ombra. Il nostro bel giardino dove il gelsomino fiorisce ogni estate e diffonde i suoi meravigliosi profumi.
Avrei nostalgia dell’inverno, quando Paolo e io guardiamo una serie in TV la sera, quando fa freddo e buio fuori mentre dentro la casa è caldo e accogliente.
Avrei nostalgia del sabato mattina quando Paolo e io facciamo colazione, e poi leggiamo i giornali per sapere le notizie attuali. Avrei nostalgia del nostro mercato dove ci vado ogni sabato mattina per comprare frutta e verdura.

Avrei nostalgia dei miei cari vicini. Ce ne sono tanti, e tutti sono gentili.

Chiacchieriamo sempre un po’ quando ci incontriamo per strada e ci aiutiamo se necessario. Qualche volta invito i nostri vicini per bere qualcosa o per cenare da noi. Così, passiamo una serata molto piacevole. Trovo importante andare d’accordo con i miei vicini.

Avrei nostalgia del mio lavoro, dei miei colleghi, delle mie amiche con cui chiacchiero molto.

Però, gli ultimi mesi mi vergogno un po’ quando mi rendo conto delle guerre nel mondo, soprattutto quando penso alla guerra a Gaza e alla guerra in Ucraina. La sofferenza è così grande che è quasi inimmaginabile. E mi rendo conto che sono una persona privilegiata, che noi tutti in Europa siamo privilegiati. In Europa abbiamo tutto: case, vacanze, lavoro, acqua, cibo, medici che ci curano quando siamo malati, denaro. Perché noi sì e loro no?

Vorrei che tutta la gente nel mondo fosse in pace e non in guerra, che tutte le persone fossero tranquille e avessero una certa prosperità. Vorrei che i leader fossero prudenti e saggi come il defunto papa Francesco e spero che il papa attuale, Leone XIV, sia anche un papa empatico e saggio. Abbiamo bisogno di leader che sanno tenere unito il popolo, che sono un esempio per il popolo e che sanno spiegare cos’è veramente importante, cioè pace, distribuzione della ricchezza, protezione delle persone vulnerabili. Infatti: sono valori cristiani che, nel nostro tempo, stanno per cadere. Speriamo che non si arrivi a questo punto.

Irene

Nata in Olanda
Vive a Zutphen