Quando parlo italiano, mi sento come uno straniero nella mia città.
Ed è buono, perché mi dà la libertà di non preoccuparmi delle cose locali che detesto.
Cambio la lingua e divento un visitatore.
“Noi” ignoriamo la crisi climatica e non facciamo nulla per prepararci per il futuro?
No, ci sono “loro” che sono innamorati del capitalismo selvaggio.
“Noi” vogliamo fare un’altra guerra – più grande! – per far finire la guerra attuale?
No, ci sono “loro” che chiamano “nemici della libertà” quelli che vogliono la pace.
Siccome sono uno straniero in questo posto, non piango per la differenza tra me e le cretinerie locali.
Certamente, è un’illusione, un modo utile per sfuggire dal dramma.
Quest’estate ho viaggiato in barca, con degli italiani, e ho parlato un po’ con un’altra persona che aveva anche un cane su questa barca.
Per prima cosa, abbiamo parlato del cane. Tutto è stato perfetto e amichevole.
Dopo abbiamo parlato di politica. Mamma mia!
Non voglio ripetere qui tutto quello che l’altra persona mi ha detto, ma sono stato molto felice di sentire l’annuncio che siamo arrivati e dobbiamo sbarcare.
Per me la potenza di parlare un’altra lingua, come l’italiano, è un’opportunità di filtrare il bene e il male, ciò che amo e ciò che odio.
Parlo russo e leggo i libri di Cechov, non i discorsi di Putin.
Parlo italiano e parlo con brave persone che mi aiutano negli alberghi e nelle trattorie, non con i fanatici di Mussolini.
Una lingua nuova è come un paio di occhiali diversi. E devo dire che l’italiano è come un paio di occhiali speciali, che mi permette di vedere più bellezza e più gioia.
Sergey
Nato in Russia
Vive a Vilnius