Alla nascita uno è accolto da luci brillanti e dal caos. È un grande e duro passo verso la consapevolezza. L’infanzia attenua quel caos facendoti credere di essere in un luogo sicuro e protetto, come se tu fossi di nuovo nel grembo materno. Tuttavia, una o due volte nella vita accade che ti trovi di nuovo di fronte a questa luce brillante e a questo caos inquietante. È un altro grande e duro passo che questa volta ti porta verso una consapevolezza ancora più grande.
Sono cresciuta a 25 minuti di distanza dal centro di Manhattan dove mio padre lavorava. L’edificio più alto era l’Empire State Building che si poteva vedere, in una giornata limpida, dalla nostra casa che si trovava su una collina. Le comunità come la nostra venivano chiamate “Bedroom Communities”. La gente lavorava a New York City, ma viveva fuori dalla città dove le persone vivevano immerse nella natura e il ritmo della giornata era più calmo e rilassato. Sebbene i titoli di cronaca in questo periodo parlassero di paura per la guerra fredda con l’Unione Sovietica, dell’intensificazione dei test nucleari a livello mondiale, e delle forti tensioni causate dalla Crisi Cubana dei Missili, la mia vita era felice e spensierata e la passavo esplorando boschi e ruscelli infiniti vicino alla nostra casa.
Molte aree del nostro quartiere non erano ancora sviluppate. La roccia granitica era densa e le colline erano ripide, il che rendeva difficile costruire case. Infatti, la collina accanto a noi, dove passava un grande ruscello, si alzava bruscamente con una parete rocciosa e, verso la cima dove gli alberi potevano finalmente afferrare il terreno, cresceva una foresta fitta. L’autunno era splendido con i colori degli aceri, delle betulle e delle querce che punteggiavano le pendici della montagna.
Io e i miei amici conoscevamo ogni roccia e torrente nel bosco. Demmo un nome ad ogni sentiero che trovavamo. Creammo nomi come “Lower Valley Trail” e “Porcupine Hollow”, ma non affrontammo mai quella collina ripida e non la degnammo nemmeno di un soprannome, fino a che un giorno particolare…
…Quel giorno Susie ed io decidemmo di andare al ruscello per dondolarci con una corda che i ragazzi più grandi avevano appeso ad un albero. Mentre stavamo camminando, improvvisamente due bici frenarono al nostro stop. Erano Ricky e Tom che cominciarono a prenderci in giro. Stavano andando anche loro al ruscello, ma si vantavano che quel giorno avrebbero scalato quella collina, quella collina impervia. Ci fecero vedere corde, attrezzi e persino una piccola ancora che servivano ad aiutarli a salire sulla parete rocciosa. Noi, naturalmente, li seguimmo.
Chi avrebbe potuto immaginare che la salita verso la parte alta della parete rocciosa fosse la parte più facile. Il roveto e la vegetazione spinosa dei boschi rendevano quasi impossibile l’avanzamento. Quando la collina iniziò a livellarsi, stava cominciando a farsi tardi. Poi, con nostra sorpresa, in cima alla collina si aprì una radura circondata da un recinto metallico altissimo. La nostra sorpresa si trasformò in gioia ed entusiasmo perché c’erano delle chiacchiere, da parte dei ragazzi più grandi del vicinato, che ci fosse un’area recintata in cima a quella collina – e che la recinzione fosse elettrificata!
Camminammo lungo il perimetro del recinto fino a quando vedemmo qualche mucca e un toro grosso e brontolone. C’era anche un cortile di cemento della grandezza di un campo da basket, un piccolo fienile e una piccola struttura senza finestre.
All’improvviso questo posto mi diede i brividi. Pensavamo di proseguire, ma proprio allora il toro si volse verso di noi e Ricky disse, “Andiamo via da qui!!”. Per fortuna la discesa fu più facile della salita. Quando raggiungemmo il ruscello, il tramonto proiettava ancora un po’ di luce e le campane che ci chiamavano a cena non avevano ancora suonato.
In seguito, parlammo poco di quello che trovammo su quella collina insolita, ma non uscì mai dai nostri pensieri.
Anni dopo scoprimmo che c’erano altre colline come la nostra e che insieme formavano quasi un cerchio intorno a New York City. La cima di ogni collina ospitava, ed era pronta a schierare, un missile NIKE che trasportava una testata nucleare per proteggere New York City durante questo periodo di instabilità.
Julie
Nata negli Stati Uniti
Vive a Dallas