La scoperta della mia identità

È il marzo del 1966 e siamo in una scuola pubblica in un piccolo paese nel New Jersey. Io ero una bambina di dodici anni, arrivata negli Stati Uniti da un’isola chiamata Cuba qualche settimana prima.

Questa mattina della quale stiamo parlando, quando sono arrivata a scuola, mi rendo conto che quasi tutti, insegnanti e studenti, si sono vestiti di verde. I nostri spuntini sono verdi. Ci sono ghirlande di carta crespa verdi sulle pareti delle classi, e immagini di un piccolo uomo con sacchi di oro, e anche le sue scarpe sono verdi. It’s a Leprechaun, mi dice uno degli studenti. Una lepre qua?

La mia classe del settimo livello ha cominciato a provare la nostra rappresentazione per un’assemblea della scuola e tutti eravamo contenti perché questo sarebbe successo durante la lezione di matematica. Ma quando ho visto le parole della canzone che prepariamo, sono perplessa e anche stordita. Si chiamava When Irish Eyes Are Smiling.

Ma come? Cosa vuol dire questa frase? Come è possibile per gli occhi di sorridere in inglese? E perché questa canzone sulle irlandesi? Non sono tutti questi americani?

Bene, il 17 marzo è Saint Patrick’s Day, il patrono d’Irlanda. E quelli Irish Americans celebrano questa festa ogni anno con sfilate e altro, e tutto diventa verde, il colore della loro isola di origine. Dicono a tutti Kiss me I’m Irish, e il fiume di Chicago, per esempio, si colora di verde.

Ma non fu sempre così. Gli irlandesi sono diventati bianchi, cioè vuol dire americani, dopo molti anni di ripudio e discriminazioni, ma questa non è la mia storia.

Quel giorno ho imparato le parole di quella canzone, e sebbene non ho capito tutto, ricordo di averla sentita bene. Questa esperienza fu un rinascere per me. Ho intuito che gli americani non erano tutti uguali e che non avevo bisogno di dimenticare il mio linguaggio e la mia cultura per diventare American. La mia identità è ibrida e per questo mi definisco come Cuban American.

Gabriella

Nata a Cuba
Vive a Philadelphia