Un mondo di parole

Crepuscolo. Sento il buio avvicinarsi furtivamente.
Al di là. Vedo il cielo sfumato oltre le montagne.
Pisolino. Sento la fatina del sonno in punta di piedi.

Amo queste parole italiane non per l’uso quotidiano, ma per ciò che evocano in me.
In olandese “vocabolario” viene tradotto come “woordenschat”, letteralmente “tesoro di parole”. Sto raccogliendo parole nel mio vocabolario come se avessi una credenza con tesori insoliti.

Da bambina provavo a capire di che cosa parlavano i miei genitori e i miei nonni nel loro dialetto dal nord dell’Olanda, perché volevo decifrare il codice segreto. Io e mia sorella imitavamo il loro linguaggio per sentirci parte del loro mondo di adulti.

Mia mamma mi leggeva storie e filastrocche da quando ero piccola. Non avevamo molti libri in casa, però una volta imparato a leggere entravo nel nuovo mondo della biblioteca locale, un vero e proprio scrigno di libri. Essendo libera di scegliere quello che mi pare, era come se avessi super poteri a portata di mano. Ogni libro significava una partenza immediata dalla mia vita quotidiana. Sognavo di viaggiare in mondi lontani nel tempo per domandarmi come era una volta la vita.

Mi sarebbe piaciuto il pane di segale con il purè di patate, tanto quanto piaceva a una bambina affamata 100 anni fa? Quanto blu era stato il cielo sopra Amsterdam visto da una finestrella del tetto nel 1943?

Sono ancora immagini vivide che vorrei custodire come se fosse una biblioteca nella mente, anche perché mi rende felice condividere le storie che mi hanno toccato.

Ancora tutt’oggi sento una gioia immensa ogni tanto che trovo un libro che mi trascina nel suo mondo. Tengo a cuore i “Sillabari” di Goffredo Parise, in cui la malinconia risplende di una bellezza incomparabile. A me bastano solo cinque parole per tornare all’atmosfera del racconto “Casa”, in cui le mura domestiche racchiudono segreti e si sente “il freddo delle cose ignote”.

Adesso penso a mia mamma, quando aveva 95 anni e il suo mondo diventava sempre più piccolo. Quando non riusciva più a decifrare le parole, le piaceva che leggessi io per lei. Racconti e poesie aprivano una porta su un giardino dove raccoglievamo ricordi spensierati, dimenticati e tuttavia nuovi di zecca.

Mi sento di consigliare una bella dose di storie in caso di tristezza o vecchiaia
per la loro potenza di aprire gli occhi alle meraviglie e di sollevare lo spirito.

Renske

Nata in Olanda
Vive in Olanda