Prima dei tempi dell’università non avevo nessun rapporto con l’arte a parte i corsi di letteratura obbligatoria a scuola che a malapena tiravano l’attenzione. L’università mi ha aperto gli occhi in tanti sensi, ma avevo anche la fortuna di fare un semestre all’estero, in Italia, per studiare l’arte e l’architettura con Paolo Barucchieri. Per la prima volta ho visto come le idee vengono espresse attraverso la pittura e la scultura e come esse esprimono la storia dei luoghi e i tempi in cui sono nate. Mi ricordo un giorno che ero al Guggenheim di Venezia proprio sconvolto davanti all’Uomo triste sul treno di Duchamp, in cui vedevo tutta l’eruzione del ‘900 e forse anche la mia.
Da allora è cambiata parecchio la mia esperienza dell’arte. Non la studio, ma mi sostiene nel percorso della vita e mi offre promemoria continui che l’esperienza di vivere va oltre la mondanità di tutti i giorni. La cerco. Una cosa forse più importante è che porto quella conoscenza, limitata com’è, negli altri campi della mia vita, e cerco di vedere come le mondanità, le quotidianità, possano funzionare nella stessa maniera di esprimere chi sono io e chi sono gli altri.
Wade
Nato negli Stati Uniti
Vive in Texas